venerdì 8 febbraio 2019

Pedagogia

L'AFFERMAZIONE DELL'UMANSESIMO
L'affermazione dell'Umanesimo e della sua proposta educativa in Italia a partire dalla metà del XIV secolo pone numerose questioni di carattere storico: una tra queste è la svalutazione dell'età medievale.

Questa tendenza a svalutare il Medioevo cominciò a farsi strada con l'opera di alcuni intellettuali che animarono il vasto movimento poi definito con il termine Umanesimo. Agli umanisti stessi si può far risalire l'approccio negativo nei confronti del Medioevo: furono proprio loro a diffondere un atteggiamento di critica aspra della cultura medievale, specialmente nei suoi aspetti teologici, e l'esigenza correlativa di un pensiero nuovo e di una nuova concezione del mondo e della vita.












Sociologia

MAX WEBER
La razionalizzazione
Anche il tedesco Max Weber si trova a riflettere sull'evento storico della società industriale, mettendone in luce alcune caratteristiche molto importanti.
A differenza di Durkheim, l'attenzione di Weber è attirata non tanto dall'industrializzazione come tale, quanto da un processo più vasto di cui la nascita del capitalismo prima, e dell'economia industriale poi, non sono che le manifestazioni più evidenti. Egli lo chiama processo di razionalizzazione.
Da sempre l'umanità cerca di spiegarsi ciò che le accade intorno, attribuendo gli eventi a delle cause, a dei motivi: se mi sto bagnando è perchè piove. Ma molto diversi sono l'atteggiamento dell'uomo premoderno e l'atteggiamento di quello moderno di fronte a ciò che non si capisce, di cui non comprendiamo le cause. Mentre il primitivo per spiegare ciò che non capisce ricorre a delle forze oscure e sovramondane, l'uomo razionalizzato della società occidentale pensa che nulla sia di principio inesplicabile: se qualcosa gli sfugge, ciò dipende dai suoi limiti personali, oppure dai limiti della conoscenza che prima o poi potranno essere superati, e non dall'esistenza di ambiti della realtà che siano di principio imperscrutabili.
Per Weber la razionalizzazione della società è quindi quel processo attraverso cui la fede nell'esistenza di cause in linea di principio comprensibili per tutti i fenomeni naturali.



La secolarizzazione
Un fenomeno parallelo alla razionalizzazione è, logicamente, una progressiva secolarizzazione della società, cioè la perdita di valore delle credenze religiose e superstiziose tradizionali a vantaggio di comportamenti più laici e razionali.






Le religioni profetiche

Weber sottolinea che la razionalizzazione in verità scaturisce paradossalmente da una concezione della vita di natura religiosa. Infatti il processo di razionalizzazione difficilmente avrebbe potuto avviarsi se le religioni profetiche non avessero scalzato la religiosità di tipo magico. Quest'ultima si esprime per esempio attraverso la mistica, la stregoneria o la religiosità dei misteri pagani e conduce l'individuo a perdersi nella divinità.
L'essere umano si unisce con la divinità senza mediazioni e fa esperienza diretta con il sacro senza dover ricorrere ad un pensiero logico, rendendo così difficile la comunicazione di quanto è stato esperito.
Le religioni profetiche invece costruiscono discorsi razionali intorno al divino e al nostro rapporto con esso, insegnando in tal modo agli esseri umani ad acquisire un atteggiamento sempre più razionale verso questo mondo, che a sua volta è sempre meno abitato da manifestazioni immanenti della divinità.

lunedì 4 febbraio 2019

Psicologia

LO SVILUPPO EMOTIVO E SOCIALE DEL BAMBINO

 
CHE COSA SONO LE EMOZIONI

Le emozioni sono definite come stati complessi dell'organismo caratterizzati da fattori psicologici e fisiologici: la paura, ad esempio, è uno stato mentale accompagnato da modificazioni fisiche. Questi cambiamenti rendono l'organismo pronto ad una risposta adattiva, ossia idonea a favorire l'adattamento ad una certa situazione.
IL RUOLO DELLE EMOZIONI
Le emozioni influe
nzano l'attenzione, la motivazione e gli interessi personali, indicandoci gli scopi verso cui muoverci e aiutandoci a conseguirli. Anche nei processi di valutazione entrano in gioco le emozioni: infatti un oggetto è ritenuto bello o brutto a seconda del fatto che mi piaccia o non mi piaccia e alle esperienze a cui si collega.
Molti studi hanno evidenziato che elementi percettivi, motori, cognitivi ed emotivi interagiscono tra loro nello sviluppo. Uno sviluppo emotivo regolare faciliterà quindi la maturazione cognitiva e sapendo affrontare e gestire le proprie emozioni si riuscirà a mettere in atto la risposta adatta alla situazione che si sta vivendo.
EMOZIONE  E RELAZIONI
Già dalla nascita il bambino è predisposto alla relazione e alla comunicazione di emozioni (rabbia, gioia, tristezza, paura, disgusto) con altri esseri umani. Lo scambio con la madre è la base dello sviluppo emotivo, infatti ella deve fare da specchio per le emozioni che il bambino prova in modo che il piccolo possa imparare a riconoscerle e ad entrare in contatto con la propria interiorità.

Psicologia

LO SVILUPPO DI SÉ

 
LA DEFINIZIONE DEL SÉ
Lo sviluppo emotivo del bambino è possibile grazie all'integrazione delle dimensioni cognitive, percettive e motorie con il proprio sé.
il sé è quindi la totalità delle componenti psichiche individuali, che permettono di distinguere ciò che appartiene a se stessi e ciò che invece appartiene alla realtà esterna. Gli studi sullo sviluppo delle emozioni hanno portato diverse teorie.
 
TEORIA DELLA DIFFERENZIAZIONE DI BRIDGES
Secondo la teoria della psicologa canadese Katherine Bridges, i bambini al momento della nascita provano solamente una sorta di generica eccitazione, ossia di emozioni indifferenziate che si manifestano con movimenti disordinati e tramite il pianto. Solo in seguito le emozioni si differenziano.
 

Psicologia

 
L'APPROCCIO DIFFERENZIALE DI IZARD
Secondo la teoria di Carroll Izard, il bambino è fin dalla nascita in grado di provare interesse, gioia, disgusto e dispiacere. Queste emozioni svolgono una funzione adattativa e servono per interagire con l'ambiente e per segnalare il proprio disagio.
 
L'APPROCCIO FUNZIONALE
Secondo la teoria dell'approccio funzionale la funzione delle emozioni sarebbe quella di manifestare e soddisfare i bisogni fondamentali, favorendo il processo di adattamento.

Psicologia

LE EMOZIONI SOCIALI
Con il passare del tempo la gamma delle emozioni che il bambino può provare aumenta e grazie al raggiungimento della consapevolezza di sé il bambino ha la possibilità di sperimentare le prime emozioni sociali. Questa fase avviene durante il primo anno di vita, ossia quando iniziano ad affiorare imbarazzo, invidia e gelosia. Inoltre, nascono anche l'orgoglio, il senso di colpa e la vergogna, emozioni che hanno un valore valutativo.

Psicologia



L'EMPATIA
L'empatia è un emozione molto particolare che consiste nel saper entrare in sintonia con i sentimenti degli altri ed è presente già nei primi 2 anni di vita.  Questa capacità è inizialmente presente come risposta riflessa agli stimoli esterni e successivamente come partecipazione attiva al comportamento altrui.

Psicologia



LO SVILUPPO SOCIALE
 
I PRIMI 2 ANNI: IL BAMBINO "ESSERE SOCIALE"
Lo sviluppo sociale riguardala capacità di interagire con gli altri e di costruire legami stabili. Le fasi principali dello sviluppo della dimensione sociale:
-dalla nascita ai 2 anni: il bambino può già essere definito "essere sociale" poiché riesce ad instaurare relazioni con figure diverse dalla madre come ad esempio il padre, i nonni e le educatici con i quali gli risulta più semplice interagire. è però comunque possibile favorire le relazioni fra pari (con i coetanei) che aiuteranno poi il bambino permettendogli


una maggiore apertura verso gli altri.

Psicologia

DAI 2 AI 6 ANNI: I SISTEMI ECOLOGICI DI BERTALANFFY
In questo periodo il mondo sociale del bambino si allarga anche grazie alle occasioni offerte dalla scuola, ambiente che diventa rilevante per i processi di socializzazione.
Il modello teorico dei sistemi ecologici sottolinea la complessità delle dimensioni che influiscono sullo sviluppo della sfera sociale. Le reti di influenza che interagiscono sono multidirezionali, quindi gli individui influenzano i sistemi che li circondano ma a loro volta ne sono influenzati.

Psicologia


 IL CONTESTO DELLO SVILUPPO DI BRONFENBRENNER

Secondo Urie Bronfenbrenner l' ambiente sociale dell'individuo è il contesto dello sviluppo. Il bambino non viene influenzato solo dai contesti a lui più prossimi (famiglia, coetanei) detti microsistemi, ma anche dall'interazione reciproca dei contesti (genitori-insegnanti). Le interazioni tra microsistemi sono chiamate mesosistemi. Gli individui appartenenti ad un microsistema che vengono condizionati da coloro che non ne fanno parte sono chiamati esosistema. Un'altra importante influenza viene esercitata dal macrosistema, ossia dal contesto culturale, dalle norme, dai valori, dalle leggi, ecc...

Psicologia


LA FUNZIONE DEL GIOCO
Una delle attività che favorisce maggiormente la socializzazione dai 2 ai 6 anni è il gioco, che consiste in un continuo scambio sociale con altri bambini. Piaget sottolinea la differenza tra il gioco di padronanza e tra quello simbolico. Nel gioco di padronanza il bambino effettua attività che lo divertono e ripete schemi comportamentali attraverso i quali costruisce nuovi schemi cognitivi, mentre nel gioco simbolico il bambino applica uno schema di comportamento ad una situazione immaginaria o ad oggetti inesistenti.

Psicologia


DAI 6 AGLI 11 ANNI: LO "SNODO" DELLA SCUOLA


L'inizio della scuola rappresenta, per certi bambini, un momento di forte discontinuità poiché è l'inizio di una serie di richieste impegnative da parte dell'ambiente esterno alla famiglia. I bambini in questo periodo si trovano a dover imparare ad accettare nuove regole. Un bambino infatti diventa socialmente competente nel momento in cui accetta le regole, le rispetta e instaura con adulti e coetanei rapporti stabili.
IL MODELLO DI COMPETENZA SOCIALE DI DODGE
Secondo lo psicologo americano Kenneth Dodge l'interazione sociale fra pari è un compito che presenta molti problemi. Egli infatti propone un modello di competenza sociale secondo il quale i bambini sin da piccoli ricevono una serie di stimoli che vengono elaborati internamente e tradotti esternamente in un comportamento a cui fa seguito l'elaborazione che ne fanno i coetanei.

Psicologia

L'ADOLESCENZA: IL CONFLITTO TRA SCELTA E IDENTITÀ


Durante il periodo dell'adolescenza il ragazzo ricerca la propria identità  personale e l'autonomia. Già nella preadolescenza vi sono le prime manifestazioni della sessualità e i/le ragazzi/e entrano nello stadio operatorio formale nel quale vengono affinate le capacità logiche, di astrazione e di confronto e vengono esercitate le prime critiche verso le idee e i comportamenti degli adulti. Durante l'adolescenza acquista molta importanza il sentimento dell'amicizia, infatti le relazioni con i coetanei rafforzano il senso d' identità.